FESTIMA
(FESTival Internazionale delle Maschere e delle Arti)
tredicesima edizione – Dédougou, Burkina Faso.
1-3 marzo 2018
Adele, Elena, Luigi ed altri 11
FESTIMA
(FESTival Internazionale delle Maschere e delle Arti)
tredicesima edizione – Dédougou, Burkina Faso.
1-3 marzo 2018
Adele, Elena, Luigi ed altri 11
Nella cultura di alcuni popoli dell’Africa Occidentale, il GRIOT (termine francese, pronuncia [ɡʁi.o]) è un poeta e cantore che svolge il ruolo di conservare la tradizione orale degli avi e, in alcuni contesti storici pre-coloniali, aveva anche il ruolo di interprete ed ambasciatore. Questa figura ha ancora una propria funzione nelle comunità dei paesi dell’Africa occidentale sub-sahariana (Mali, Gambia, Guinea, Senegal e Burkina Faso), specialmente presso le popolazioni Mandé (Mandinka, Malinké, Bambara e altre), Fula, Hausa, Toucouleur, Wolof, Sérèr, e tra alcuni gruppi della Mauritania.
Al tempo degli imperi dell’Africa Occidentale (come l’impero del Mali di Sundjata Keïta), i griot erano molto vicini al re, a cui servivano come consiglieri. Attraverso pratiche divinatorie si riteneva che fossero anche in grado di fornire auspici allo scopo di valutare, per esempio, l’opportunità di entrare in guerra con altri popoli. Il griot era il portavoce del re presso il popolo, e spesso fungeva da intermediario nelle relazioni diplomatiche del re con ambasciatori di altri regni.
La tradizione dei Griot e delle Griottes – è un mestiere che può essere praticato indistintamente sia dagli uomini che dalle donne – è nata e si è sviluppata in contesti storici privi di scrittura tant’è che il griot stesso era, ed è, considerato come il depositario della tradizione orale, colui che conosce la storia sin dal suo inizio. In genere il mestiere di griot è di tipo familiare, si trasmette cioè di padre in figlio o comunque all’interno della stessa famiglia. Le conoscenze di un griot spaziano dalla storia, alla cosmogonia, alla genealogia, alla mitologia, alla storia politica e delle discendenze della particolare cultura a cui appartiene, pertanto i suoi repertori variano in base al contesto nel quale si trova ad operare. Questa complessa arte si basa su di un uso molteplice e poliedrico della narrazione. Gli strumenti di cui si avvale un griot sono altrettanto poliedrici essendo questa figura a metà strada fra l’attore, il musicista, il narratore, il poeta. L’accompagnamento musicale riveste infatti un ruolo particolarmente importante, che si avvale in particolare di quattro strumenti: la kora, il balafon, la m’bira e il djambè. In alcune circostanze può essere utilizzato anche il canto. Molti griot contemporanei hanno sviluppato soprattutto l’aspetto musicale di quest’arte tradizionale, ottenendo considerevole successo anche in aree extra-africane.
Come accade a molti dei professionisti della tradizione, come i fabbri africani, i tessitori, i ceramisti, anche i griot sono spesso temuti poiché si ritiene che abbiano particolari poteri e che siano in contatto con le forze naturali. La loro particolare conoscenza del passato e delle dinamiche sociali presenti in un determinato gruppo fanno sì che a questa figura si attribuisca un senso quasi magico. I legami di sangue sono considerati sacri. I bambini vengono iniziati sin dalla più tenera età alle tecniche e ai saperi della loro casta, intesa non in senso gerarchico ma distintivo di un particolare ruolo. Sono gli anziani che formano i più giovani. Essere un griot significa dunque appartenere ad una casta che si differenzia in modo specifico. Non è possibile passare facilmente da una casta all’altra tanto più che i matrimoni esogamici sono tendenzialmente vietati. Gli djéli, portatori di saperi e di misteri, non possono che sposare un membro della loro casta al fine di salvaguardare e di preservare la loro stessa identità. Un giovane o una giovane djéli riceve l’istruzione conforme alla sua casta, un’istruzione costituita da nove/dieci gradi di sette anni ciascuno, ogni grado corrispondente ad un particolare momento della vita. Spesso non si tratta di un apprendistato di tipo scolastico, scandito da un numero prestabilito di ore ma di una forma di istruzione continua: ogni momento può essere utile per imparare le storie e le tecniche narrative e mnemoniche; grande valore ha quindi l’osservazione e l’ascolto da parte dei più giovani.
Una casta di griot può essere facilmente identificata dal nome della famiglia: Kouyaté, Diabaté, Dramé, Niakaté, Soumano sono alcuni fra i più noti esempi di famiglie griot nelle regioni del Mali, Senegal e Burkina Faso. Ai nostri giorni, in seguito all’esodo dalle campagne, alla emigrazione e alla globalizzazione, molti figli di griot ignorano le pratiche artistiche e le conoscenze dei loro antenati. Per altro, è anche possibile che alcuni membri appartenenti ad altre caste adempiano alle funzioni dei griots, sostituendosi ad essi. Da un punto di vista sociale, tuttavia, questi ultimi non possono essere definiti dei veri e propri griot.